Stanotte è una di quelle notti che bisognerebbe ascoltare un pianoforte che suona di continuo.
Ascoltare il suono di ogni singola nota mentre si ascolta il tutto. Bisognerebbe prendere la testa e lasciarla cadere dal balcone, guardando ciò che accade.
Stavolta però gli occhi guardano il corpo allontanarsi, ma sono loro che lo fanno. E così in avanti finché l’impatto con la terra non renda inutile l’avvicendarsi del giorno e della notte.
Niente più melanzane a testa in giù che ansimano quelle stesse note che avevi snobbato. Niente più angoscia per il sentimento né risentimento per l’angoscia.
E tu, pensare che tu avevi capito tutto!
Ma era dallo strappo del tempo che guardavi la laconica risposta dei tuoi te.